#memoir familiari
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 8 days ago
Text
Recensione completa: Gli scomparsi di Daniel Mendelsohn. A cura di Alessandria today
Pubblicato in Italia da Einaudi, Gli scomparsi di Daniel Mendelsohn è un'opera monumentale, intensa e profondamente personale.
Introduzione all’opera:Pubblicato in Italia da Einaudi, Gli scomparsi di Daniel Mendelsohn è un’opera monumentale, intensa e profondamente personale. Questo libro, a metà strada tra memoir, reportage e romanzo storico, esplora le radici familiari dell’autore attraverso un’indagine sulla sorte di sei membri della sua famiglia, vittime dell’Olocausto. Mendelsohn intreccia una narrazione che è al…
0 notes
londranotizie24 · 1 year ago
Text
Michael Volpe e la storia di un italiano di Londra in Do I Bark Like a Dog?
Tumblr media
Di Roberta Leotti @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Dopo il successo di "Noisy at the Wrong Times" , la prossima primavera esce il nuovo libro di Michael Volpe. Do I bark like a dog? ... il 24 marzo potete scoprirlo anche voi Nascere o vivere in un luogo non basta per sentire l'appartenenza ad un paese. Lo sa bene Michael Volpe che nel suo secondo memoir illustra il suo essere Italiano pur essendo nato e vissuto in Inghilterra. I suoi genitori sono emigrati italiani, anche se il padre se ne va di casa quando aveva sei mesi, lasciando soli la madre e gli altri suoi tre fratelli. Proprio dalla madre e dalla cerchia di familiari ed amici italiani che si forma e si radica il suo essere 100% Italiano. L’autore, che ringraziamo per averci fatto leggere in esclusiva il libro, racconta il suo sentirsi diverso dai suoi coetanei inglesi, e allo stesso tempo quel sentirsi a casa ogni volta che veniva in Italia con la madre in estate. Il libro riporta anche aneddoti divertenti di queste vacanze, come di un suo incidente con la zip, e come sia riuscito scatenare una discussione animata tra alcuni suoi familiari accorsi per aiutarlo. Non c'e' niente di più Italiano che parlare di cibo; anche leggendo Do I bark like a dog? ci si fa l'idea di queste grandi tavolate per pranzi di famiglia eterni o ancora le conversazioni chiassose, i temperamenti accesi dei commensali. Il profumo dei ricchi piatti nostrani che nella sua infanzia erano perlopiù sconosciuti ai sudditi di Sua Maestà, ma che finivano per conquistare per esempio, i compagni di scuola non appena avevano la fortuna di rimanere a pranzo. Una forma di condivisione e di accoglienza, quella del cibo, tutta italiana; una tradizione che Volpe ha portato con sé anche nella sua seconda casa, quella dell’Opera Holland Park (OHP). Epiche le lasagne nights che Michael Volpe cucinava personalmente per la compagnia del teatro, da lui battezzate “Lidia’s Lasagne”. Pensate che Michael Volpe ha lasciato l'OHP nel 2020, ma a suo dire questa ricetta della madre pare sia ancora disponibile sul sito. Un amore quello dell’opera nato nella scuola inglese, anche se forse gli albori sono da ricercare nelle canzoni napoletane che si ascoltavano a casa da piccolo e che cantava la madre. Nelle sue riflessioni, l’autore sembra riconoscere nelle trame delle opere italiane che porta in scena molte similitudini con gli struggimenti e i dolori che lui stesso ha vissuto. ... Continua a leggere su www.
0 notes
doggiedrawings · 7 years ago
Text
2017 Book List
Sharing some great dog-related books I read this year:
Tumblr media
What The Dog Knows is the story of a German Shepherd who becomes a professional cadaver dog. Absolutely fascinating if you are interested in how sniffer dogs are trained. With pieces of dead human bodies.
The Education of Will is by renowned dog behaviorist Patricia McConnell. This is a heartfelt memoir about trauma and the healing process – for both humans and dogs.
Considerations for the City Dog is a for people like me who live in urban environments where there are dogs everywhere. This book covers management, training, everything to help you and your dog avoid stress! By Melissa McCue-McGrath whom I had the pleasure of meeting in Boston this year.
We Are All Completely Beside Ourselves has nothing to do with dogs. But if you are interested in animal behavior and human-animal relationships, please read this. A very profound and stunning novel that I read from start to finish on the plane – which was not a good place to cry my eyes out. Hint: Chimpanzees. Then go watch the new Jane Goodall movie.
Pit Bull: The Battle Over An American Icon is an exceptionally well-researched and riveting book about how dog breeds become cultural symbols of heroism or criminality. In different periods of history, there has always been a scapegoated dog breed. If you are thinking of adopting a pit bull, please also check out The Pit Bull Life by Linda Lombardi. (One of my illustrations is in it!).
The Dog Merchants is very eye opening. Here is a book written for everyday people who adopt or buy dogs, about how the pet industry works. The takeaway message is that there are good and bad rescues; there are good and bad breeders, and consumers could educate ourselves or where our dogs really come from.
Science Comics: Dogs: From Predator to Protector is an educational graphic novel with a hefty amount of information about dog origins, domestication, genetics… everything you want to know about canis lupus familiaris is here. Co-written by two canine scientists I follow on Twitter, Julie Hecht and Mia Cobb, with fun and dynamic art. In a similar vein, I also recommend the Biology of Dogs online course by the Institute of Canine Biology. (I am in the middle of this course right now)
SOS Dog: The Purebred Dog Hobby Re-examined is written by Edith and Johan Gallant who used to breed and show schnauzers before they started living with and sharing their knowledge about The Africanis –  the landrace dogs of South Africa. This is a book about the health and welfare issues in dog breeding for conformation shows. Edith helped me out when I was designing the Africanis for my map.
An Eye For a Dog: An Illustrated Guide to Judging Purebred Dogs is a trip. I bought this book because I was researching dog breeds for drawing purposes. The book is full of images that test your ability to see subtle differences in physical structures within the same breed, and judge these by AKC breed standards. You learn to see dogs the way dog nerds see dogs.
Books that I will be reading this Christmas:
Million Dollar Dog Brand by Nichole Sears, a marketing coach for petpreneurs. After all these years working as an artist for dog businesses, I am finally going to learn how to define and market my brand. I am doing a workshop with the author next year. Wish me luck :)
Only Have Eyes For you: Exploring Canine Research by Linda Case. Myths about dog nutrition, training, and other issues get debunked by science.
What It’s Like To Be A Dog by Gregory Berns. Because Patricia McConnell recommended it!
Did you read any good dog/animal books this year?
219 notes · View notes
giancarlonicoli · 6 years ago
Link
28 dic 2018 09:56
“BRUZZESE AVEVA CHIESTO GIÀ DA PIÙ DI DUE ANNI E MEZZO DI USCIRE DAL SISTEMA DI PROTEZIONE”, SALVINI PARLA DELL’OMICIDIO DI PESARO E POI INCONTRA LA SORELLA DELLA VUTTUNA – SI RIAPRE LA QUESTIONE DEI COLLABORATORI DELLO STATO CHE, SPESSO, FANNO DI TUTTO PER RESTARE ANCORATI ALLA VECCHIA VITA
-
1 - «LA VITTIMA NON VOLEVA PIÙ LA PROTEZIONE»
Giorgio Guidelli per “il Giorno”
Quel tanfo di vendetta trasversale. Quell' odore acre d' avvertimento infame, che non pungeva le narici marchigiane da decenni, da quando un altro parente di pentito, Roberto Peci, fratello di Patrizio, fu ucciso a sangue freddo.
Fu l' inizio della fine della stella a cinque punte. Delle Br. E, ieri, all' arrivo a Pesaro del leader dell' Interno, qualcuno ha spiattellato quel ricordo a Matteo Salvini, proprio all' ingresso della prefettura, poco prima del via ai lavori del Comitato per l' ordine e la sicurezza nel dopo omicidio di Marcello Bruzzese.
SALVINI, marciando circondato dai cronisti, ha risposto secco: «Vediamo che cosa non ha funzionato, però sono qui a testimoniare che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualsiasi infiltrazione criminale». Così, all' indomani della barbara esecuzione di Natale, ribadisce: «Stiamo attenti, staremo attenti, stiamo sequestrando e confiscando beni ai mafiosi, però sono orgoglioso del lavoro che le forze dell' ordine stanno facendo».
Poi, la rivelazione: «Cercheremo di essere ancora più attenti, poi questo signore, a cui ovviamente va un pensiero, una preghiera, aveva chiesto già da più di due anni e mezzo di uscire dal sistema di protezione, vediamo che cosa non ha funzionato». Quindi una radiografia della piovra che «non è problema calabrese ma europeo». E un focus sulle indagini: «Conto che possa essere reso noto il prima possibile il perché e per come.
Sono in corso indagini e non entro nel merito». E sottolinea: «Ci tenevo ad esserci perché far passare le Marche e Pesaro come terra di 'ndrangheta, mafia e camorra è qualcosa che non meritano».
Salvini ha ricordato che in Italia ci sono circa «1.200 collaboratori e testimoni protetti, ampliando ai familiari si arriva a 6mila persone». Una mattinata blindato nella stanza dedicata al Comitato, poi la conferenza davanti a un emiciclo di cronisti e microfoni. Alla quale ha assistito dalla platea l' altro Matteo, il sindaco Pd di Pesaro, Ricci. «La vittima dell' agguato - ha spiegato - non era componente attivo della criminalità, ma solo protetto e lui stesso si sentiva abbastanza protetto». «Per essere chiari - ha ribadito il sindaco - non è arrivata la 'ndrangheta a Pesaro. Ma lo Stato ha portato persone a proteggersi dalla 'ndrangheta perché ritiene questo territorio più sicuro di altri». Ma l' attenzione resta altissima. Ed è Ricci a tenerla accesa: «Abbiamo chiesto una riduzione dei collaboratori di giustizia sul nostro territorio. Anche la Procura è del parere che ve ne siano tanti nelle Marche, proprio perché ritenute un territorio più sicuro rispetto ad altri».
UN FUORIPROGRAMMA fuori dalla prefettura. Sul piede di partenza per Catania, Salvini si è incontrato con la sorella di Bruzzese. Nessuno sa che cosa si siano detti. Il leader del Viminale ha poi lasciato il palazzo della prefettura, in piazza del Popolo, a poche centinaia di metri dal luogo dell' esecuzione. I soliti selfie. E la rassicurazione a chi certe esecuzioni, da queste parti, le ha viste solo nelle fiction: «Signora, stia tranquilla, chi ha sbagliato salterà...». Così Salvini ha risposto, uscendo dall' ex palazzo dei duchi, a una donna che poco prima gli aveva urlato: «Non si può morire in questo modo a Pesaro».
Perché qui le vendette trasversali fanno ancora più male.
2 - TRA DIRETTE FACEBOOK E VISITINE AL BAR, QUEI PENTITI MITOMANI DIFFICILI DA DIFENDERE
Simone Di Meo per “la Verità”
L' obiettivo del telefonino si mosse giusto un po', prima della messa a fuoco. Nell' inquadratura comparvero un tipo dalla faccia dura, barba sale e pepe, e cappello calato sulla fronte; e una donna dall' improbabile accento partenopeo. Alle loro spalle l' interno di un bar, e in secondo piano confezioni glamour di una boutique e di una profumeria. Era la loro prima diretta Facebook, e si notava.
Giuseppe Sarno e sua cognata, Patrizia Ippolito, cominciarono a lanciare baci alla camera, all' indirizzo di chi li stava seguendo da Ponticelli, rione povero ed emarginato della periferia orientale di Napoli. Il quartiere dell' uomo, quand' era uno dei boss della camorra locale. Il luogo in cui idealmente riappariva - seppur dietro lo schermo di uno smartphone - da quando aveva deciso di iniziare a collaborare con la giustizia. Pentito per la legge ma non per i suoi amici, che gli tributavano saluti deferenti e omaggi. E lui di rimando: «Tu lo sai dove sono, ti aspetto. Cercami, già sai dove sto».
Se c' è un aspetto che la tragedia di Marcello Bruzzese, il fratello di un pentito della 'ndrangheta ucciso a Natale a Pesaro, rischia di lasciare nell' ombra è quello dell' impossibilità, per le strutture di protezione del Viminale, di assicurare un' adeguata tutela a quanti si sono rifugiati tra le braccia dello Stato. Milleduecento pentiti (ma il numero è in continua crescita) a cui aggiungere cinquemila familiari.
Una impossibilità dettata pure dall' inutile protagonismo o dalle disattenzioni di chi non si rende conto di dover cambiare vita. Bruzzese aveva il proprio nome sulla targhetta della cassetta postale, e da due anni e mezzo -ha specificato il ministro dell' Interno, Matteo Salvini, ieri nella cittadina marchigiana per presiedere il Comitato per l' ordine e la sicurezza -aveva chiesto di uscire dal programma di protezione.
Durante la diretta Facebook, Sarno aveva invece fatto nomi e cognomi dei parenti che conoscevano il suo nuovo indirizzo esponendoli al rischio di vendette trasversali. Lo stesso è successo a un ex affiliato a Cosa nostra, Giuseppe Tantillo, che pure ha ceduto al fascino della diretta social. In una decina di minuti di registrazione online, ha bersagliato di insulti e minacce volti noti e meno noti dell' onorata società palermitana svelandone tradimenti (anche coniugali), miserie umane e ricatti.
«È una pulsione incontrollabile quella che provano, dichiara un investigatore alla Verità. Vogliono uscire allo scoperto, spiegare, mostrarsi per quello che sono. I pentiti non rinunciano mai del tutto a quella che era la loro esistenza precedente». Soprattutto se maneggiano un cellulare. Un pentito, un tempo ai vertici della Nuova famiglia, il maxi cartello criminale che sconfisse Raffaele Cutolo, è tuttora su Facebook con il suo vero nome. È uscito dai ranghi del servizio centrale di protezione, e per un periodo è tornato a vivere nel suo paesello, nel Vesuviano. «Non avevo altro posto in cui andare», spiega alla Verità, oggi, «è stato un rischio, lo so. Non sono uscito di casa tanto spesso». Che cosa sarebbe successo se avesse incrociato quelli che aveva accusato?
Il figlio di Luigi Giuliano, l' ex capo dei capi della camorra di Forcella, famoso per l' amicizia con Diego Maradona e per la vita da film tra belle donne e fiumi di champagne, qualche mese fa è riapparso a Napoli, nell' ex feudo di famiglia.
Nunzio Giuliano non aveva più soldi, e si era ridotto a dormire in un' auto o in un garage. Dopo qualche giorno, è rimasto vittima di una spedizione punitiva di un clan rivale. Il fratello Giovanni era stato ammazzato, nel 2006, proprio in circostanze simili.
Anche suo cugino, Salvatore Giuliano, di vent' anni appena, figlio di un altro pentito della cosca, quasi nello stesso periodo è stato picchiato e accoltellato per vendetta. La madre, in preda all' ira, pubblicò la foto del presunto aggressore minacciandolo in un post: «Mio marito è pentito, ma è un uomo. Ho detto ai carabinieri che ti uccido. Vedrai, devi sentire il dolore e il sangue che devi buttare. Tua mamma piangerà tanto. Mi chiamano la pazza, non te lo scordare. Ti perseguiterò a vita».
Un collaboratore di giustizia, un tempo fedelissimo del boss stragista casalese Giuseppe Setola, inviò una lettera a un giornalista per chiedergli di scrivere un libro insieme mentre era ancora sotto protezione. Oreste Spagnuolo, questo il suo nome, anticipò di che cosa avrebbe voluto parlare, malgrado la legge al riguardo sia particolarmente rigida: un collaboratore di giustizia non può in alcun modo svelare informazioni riversate nei verbali consegnati all' autorità giudiziaria. I libri di confessioni e le interviste sono l' ambizione massima per i pentiti in cerca di pubblicità.
Il figlio di un boss imprenditore, uno degli uomini più spregiudicati e ricchi di Marano (un paesone ad alta densità mafiosa in provincia di Napoli), una volta uscito dal programma di protezione, provò a pubblicare un memoir ma i pm antimafia glielo impedirono. Non è sempre però possibile prevenire in tempo tutte le improvvide iniziative dei collaboratori e dei loro familiari. Le notizie corrono molto più velocemente nel mondo della malavita che in quello della società civile. L' ultimo colpo di testa è di un ferocissimo padrino che da anni ormai è un collaboratore tra i più importanti della storia della malavita campana. Qualcuno giura di averlo visto, in un bar di Napoli, qualche settimana fa, addentare una sfogliatella e bere un caffè caldissimo. Amaro.
0 notes
pier-carlo-universe · 4 months ago
Text
La Maledizione del Genio: I Legami Familiari Spezzati di Brooke Hayward
Nel suo affascinante memoir "Haywire" del 1977, Brooke Hayward esplora il prezzo della brillantezza e del privilegio, svelando la tragica fine della sua famiglia di Hollywood.
Nel suo affascinante memoir “Haywire” del 1977, Brooke Hayward esplora il prezzo della brillantezza e del privilegio, svelando la tragica fine della sua famiglia di Hollywood. Il 1977 ha segnato l’uscita di uno dei memoir più avvincenti della storia di Hollywood: “Haywire” di Brooke Hayward, un libro che getta luce sulle ombre del privilegio e del successo nella sua famiglia. Figlia del famoso…
0 notes
londranotizie24 · 1 year ago
Text
Michael Volpe e la storia di un italiano di Londra in Do I Bark Like a Dog?
Tumblr media
Di Roberta Leotti @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Dopo il successo di "Noisy at the Wrong Times" , la prossima primavera esce il nuovo libro di Michael Volpe. Do I bark like a dog? ... il 24 marzo potete scoprirlo anche voi Nascere o vivere in un luogo non basta per sentire l'appartenenza ad un paese. Lo sa bene Michael Volpe che nel suo secondo memoir illustra il suo essere Italiano pur essendo nato e vissuto in Inghilterra. I suoi genitori sono emigrati italiani, anche se il padre se ne va di casa quando aveva sei mesi, lasciando soli la madre e gli altri suoi tre fratelli. Proprio dalla madre e dalla cerchia di familiari ed amici italiani che si forma e si radica il suo essere 100% Italiano. L’autore, che ringraziamo per averci fatto leggere in esclusiva il libro, racconta il suo sentirsi diverso dai suoi coetanei inglesi, e allo stesso tempo quel sentirsi a casa ogni volta che veniva in Italia con la madre in estate. Il libro riporta anche aneddoti divertenti di queste vacanze, come di un suo incidente con la zip, e come sia riuscito scatenare una discussione animata tra alcuni suoi familiari accorsi per aiutarlo. Non c'e' niente di più Italiano che parlare di cibo; anche leggendo Do I bark like a dog? ci si fa l'idea di queste grandi tavolate per pranzi di famiglia eterni o ancora le conversazioni chiassose, i temperamenti accesi dei commensali. Il profumo dei ricchi piatti nostrani che nella sua infanzia erano perlopiù sconosciuti ai sudditi di Sua Maestà, ma che finivano per conquistare per esempio, i compagni di scuola non appena avevano la fortuna di rimanere a pranzo. Una forma di condivisione e di accoglienza, quella del cibo, tutta italiana; una tradizione che Volpe ha portato con sé anche nella sua seconda casa, quella dell’Opera Holland Park (OHP). Epiche le lasagne nights che Michael Volpe cucinava personalmente per la compagnia del teatro, da lui battezzate “Lidia’s Lasagne”. Pensate che Miacheal Volpe ha lasciato l'OHP nel 2020, ma a suo dire questa ricetta della madre pare sia ancora disponibile sul sito. Un amore quello dell’opera nato nella scuola inglese, anche se forse gli albori sono da ricercare nelle canzoni napoletane che si ascoltavano a casa da piccolo e che cantava la madre. Nelle sue riflessioni, l’autore sembra riconoscere nelle trame delle opere italiane che porta in scena molte similitudini con gli struggimenti e i dolori che lui stesso ha vissuto. ... Continua a leggere su www.
0 notes